Prolococittaducale.it https://www.prolococittaducale.it imparare il passato per migliorare il futuro Sun, 19 Nov 2023 07:01:00 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.8.9 https://www.prolococittaducale.it/wp-content/uploads/sites/64/2022/01/cropped-шсщт-32x32.png Prolococittaducale.it https://www.prolococittaducale.it 32 32 Ronda: alla scoperta di una meraviglia andalusa https://www.prolococittaducale.it/ronda-alla-scoperta-di-una-meraviglia-andalusa/ https://www.prolococittaducale.it/ronda-alla-scoperta-di-una-meraviglia-andalusa/#respond Sun, 19 Nov 2023 07:01:00 +0000 https://www.prolococittaducale.it/?p=82 Agli appassionati di viaggi in Europa, non deve assolutamente sfuggire uno dei luoghi più caratteristici della regione spagnola dell’Andalusia: la città di Ronda e il suo incredibile Puente Nuevo, che svetta a un’altezza vertiginosa, collegando le due parti della città collinare. Forse non è una delle mete più celebri e immortalate in poster o opere d’arte che adornano case e musei, ma vale certamente la pena visitarla, soprattutto se la vostra destinazione è la Penisola Iberica.

Il Puente Nuevo: un’opera ciclopica settecentesca

Costruito nella metà del XVIII secolo, non senza qualche difficoltà dovuta a errori di progettazione e all’estrema difficoltà dell’impresa, il Ponte Nuovo è lungo 70 metri e alto ben 98 metri ed è stato il ponte più alto al mondo, superato poi dal Pont de la Caille (Francia), che però fu costruito un secolo dopo. Il ponte troneggia sopra la gola naturale scavata dal fiume Guadalevín, ed è stato realizzato con una doppia fila di archi sovrapposti, con lo scopo di stabilizzare il più possibile l’imponente opera. Oltre a essere il simbolo di Ronda e la sua più importante attrazione turistica, il ponte ha dato un impulso anche alla vita economica della città.

È indubbiamente uno dei luoghi più fotografati del sud della Spagna e, se vi piace decorare la vostra casa con poster che uniscono le bellezze naturali incontaminate e l’opera dell’uomo, è difficile trovare di meglio. Su posterstore.it, ad esempio è possibile trovare un’ampia scelta di opere di alto valore artistico, a prezzi accessibili: paesaggi naturali, opere architettoniche e molto di più, come le riproduzioni di alcuni degli edifici più iconici del mondo.

Ronda: storia e natura

Ronda è un antico insediamento, dove gli edifici del centro storico conservano ancora il carattere architettonico arabo, con stretti vicoli e palazzi decorati. La città è adagiata sulle due parti di un altopiano alto circa 200 metri, che sovrasta una zona ricca di bellezza dal punto di vista paesaggistico, tanto che confina con due parchi naturali. Inoltre, Ronda, ospita la Plaza de Toros più antica di Spagna.

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Mausoleo di Alicarnasso, la perduta meraviglia del mondo https://www.prolococittaducale.it/mausoleo-di-alicarnasso-la-perduta-meraviglia-del-mondo/ https://www.prolococittaducale.it/mausoleo-di-alicarnasso-la-perduta-meraviglia-del-mondo/#respond Fri, 28 Jan 2022 12:11:21 +0000 http://prolococittaducale.it/2022/01/28/mausoleo-di-alicarnasso-la-perduta-meraviglia-del-mondo/ Il Mausoleo di Alicarnasso era stato costruito per lasciare senza fiato i visitatori della città in arrivo via mare. La sua forma riprendeva quella di un tipico teatro greco e si univa al porto e all’agorà del villaggio.

All’apice della struttura sorgeva la tomba del satrapo Mausolo dalla quale si avrebbe avuto accesso all’acropoli con i suoi meravigliosi templi dedicati a Hermes e Afrodite, oltre che al palazzo reale. I passanti avrebbero avuto la possibilità di ammirare tutta la città sottostante nella sua mistica bellezza come descritta da Vitruvio, storico romano vissuto intorno al primo secolo a.C.

Il mausoleo era unico nel suo genere perché lussuoso e decorato a livelli comparabili a quelli di un tempio dedicato alle divinità maggiori nonostante fosse destinato alle spoglie di un misero mortale.

I suoi resti furono riscoperti solamente nel diciannovesimo secolo, scavando nella località indicata da Vitruvio, ed è situato al centro dell’attuale città su di una terrazza artificiale larga circa 100 metri su ogni lato.

Purtroppo non molto è rimasto intatto ma gli storici sono comunque soddisfatti di sapere che la meraviglia è veramente esistita.

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Chichen Itza, storia della piramide maya https://www.prolococittaducale.it/chichen-itza-storia-della-piramide-maya/ https://www.prolococittaducale.it/chichen-itza-storia-della-piramide-maya/#respond Fri, 28 Jan 2022 12:11:08 +0000 http://prolococittaducale.it/2022/01/28/chichen-itza-storia-della-piramide-maya/ Chichen Itza è uno dei monumenti storici più importanti della cultura maya e consente ai turisti di ritornare al passato e immaginare come scorresse lenta la vita tra questi meravigliosi e suggestivi blocchi di pietra.

Le rovine sono conservate in un ottimo stato e il sito è dal 1998 Patrimonio dell’Umanità Unesco.

La piramide più alta è chiamata “El Castillo” e al suo fianco sorgono il campo da gioco della pelota (un antenato del calcio), uno straordinario osservatorio astronomico, l’altare sacrificale dove venivano venerati gli dei (un tempio dedicato ai guerrieri giaguaro) e infine l’ossario.

Poco distante, nascosto nella giungla, si erge l’altare sul ciglio di una voragine naturale profonda oltre 20 metri nella quale venivano lanciate giovani fanciulle vergini per placare l’ira del Dio Chaac, divinità della pioggia.

Un’altra macabra pratica era quella di fasciare la testa delle bambine attorno a due assi di legno per modificare la forma del cranio facendolo diventare allungato. Infine, i Maya sceglievano di limarsi i denti per assomigliare alla divinità Quetzalcoatl, il Dio serpente.

La parte più antica della città è costruita con motivi molto più semplici e meno lussuosi ed era dedicata ai contadini, mentre gli edifici pensati per funzioni religiose sono sfarzosi e decorati fin nei minimi dettagli. Il periodo d’oro di Chichen Itza fu tra il 900 e il 1200 per poi venire completamente abbandonato decenni prima dell’arrivo dei conquistadores. La fondazione della città viene posta in un periodo che va dal 435 al 600 dopo Cristo.

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Cappella Sistina, come nacque il capolavoro di Michelangelo https://www.prolococittaducale.it/cappella-sistina-come-nacque-il-capolavoro-di-michelangelo/ https://www.prolococittaducale.it/cappella-sistina-come-nacque-il-capolavoro-di-michelangelo/#respond Fri, 28 Jan 2022 12:10:55 +0000 http://prolococittaducale.it/2022/01/28/cappella-sistina-come-nacque-il-capolavoro-di-michelangelo/ La Cappella Sistina era, all’epoca della sua costruzione, conosciuta come Cappella Magna e fa parte del forte principale del Vaticano.

Il nome cambiò tra il 1473 e il 1481, periodo in cui Papa Sisto IV finanziò i lavori di restauro della struttura trasformandola nel capolavoro che oggi conosciamo.

Sisto IV chiamò a dipingere opere all’interno della Cappella Sistina tutti i migliori artisti rinascimentali dell’epoca: arrivarono così in Vaticano Botticelli, Perugino, Ghirlandaio, Rosselli, Signorelli e Pinturicchio. La Cappella fu divisa in due diverse file di affreschi, una per rappresentare la vita di Cristo e una per coprire le imprese di Mosè. In aggiunta, a ogni pannello fu affiancato il ritratto di uno dei Papi precedenti.

Fu in un momento successivo, dal 1508 al 1512, che, sotto ordine di Papa Giulio II, Michelangelo venne chiamato a dipingere la Cappella. Tutti i dipinti visibili sulla volta sono opera di questo artista dalla mente geniale e un talento unico e hanno richiesto oltre quattro anni per venire completati. La Cappella Sistina è un capolavoro che ha cambiato il volto dell’arte europea per sempre. Michelangelo si riconfermò miglior artista del suo tempo nel 1541 quando completò il Giudizio Universale situato nella parte posteriore dell’altare.

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Taj Mahal, storia di questa meraviglia del mondo https://www.prolococittaducale.it/taj-mahal-storia-di-questa-meraviglia-del-mondo/ https://www.prolococittaducale.it/taj-mahal-storia-di-questa-meraviglia-del-mondo/#respond Fri, 28 Jan 2022 12:10:44 +0000 http://prolococittaducale.it/2022/01/28/taj-mahal-storia-di-questa-meraviglia-del-mondo/ Il mausoleo fu chiamato Taj Mahal per onorare Mumtaz Mahal ed è stato realizzato in marmo bianco costellato di pietre preziose, come cristallo, lapislazzuli, turchesi e giada, per dar vita a meravigliosi motivi geometrici.

La cupola principale si staglia sul resto del panorama grazie ai suoi 73 metri di altezza e viene affiancata da altre 4 cupole di dimensioni minori; queste sono dei minareti che, come per tradizione islamica, sono situati ai quattro lati della struttura e ogni ingresso al Taj Mahal riporta versi del Corano.

La camera centrale è a base ottagonale; al suo interno si può visitare il cenotafio di Mumtaz Mahal, ovvero una falsa tomba cerimoniale, mentre i suoi resti erano sepolti sotto al giardino.

Il complesso del Taj Mahal si estende su una superficie immensa e comprende meravigliosi giardini adornati da lunghe piscine in pietra arenaria rossa, un maestoso portone d’ingresso, una seconda moschea alla quale era stato affiancato un edificio chiamato Jawab, specchio, costruito in modo esattamente identico. Una volta completato, le tradizioni Mughal non consentivano a nessuno di apportare modifiche al magnifico complesso.

La leggenda narra che Shah Jahan avesse intenzione di far costruire un nuovo e più grande mausoleo sulle rive del fiume Yamuna e collegarlo al Taj Mahal tramite un sontuoso ponte.

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Sconfitte romane, le più eclatanti batoste sofferte dall’armata più imponente del mondo antico https://www.prolococittaducale.it/sconfitte-romane-le-piu-eclatanti-batoste-sofferte-dallarmata-piu-imponente-del-mondo-antico/ https://www.prolococittaducale.it/sconfitte-romane-le-piu-eclatanti-batoste-sofferte-dallarmata-piu-imponente-del-mondo-antico/#respond Fri, 28 Jan 2022 12:10:32 +0000 http://prolococittaducale.it/2022/01/28/sconfitte-romane-le-piu-eclatanti-batoste-sofferte-dallarmata-piu-imponente-del-mondo-antico/ L’esercito dell’Impero Romano è stato a lungo il più temuto del mondo antico per le sue tattiche, forza militare e affiatamento.

Agli albori, le legioni erano composte da volontari che sceglievano di combattere per difendere la propria patria o per espandere la gloria e il potere del popolo romano. Negli anni combattere divenne una delle carriere più importanti nella società romana ed era uno dei modi migliori per guadagnare potere politico ed economico.

Le legioni però non furono sempre perfette e subirono pesanti sconfitte in altrettante importanti battaglie.

Vediamo insieme quali furono le peggiori batoste subite dall’esercito romano.

Il primo sacco di Roma

La prima e probabilmente più pesante sconfitta, soprattutto per il morale del popolo romano, fu quella subito nel 390 avanti Cristo, anno in cui i Galli riuscirono a marciare senza problemi fino alla Capitale. Il generale gallico Brenno ridusse in macerie la città di Roma distruggendo centinaia di edifici e uccidendo decine e decine di civili. Le armate romane non poterono far altro che guardare con rabbia e ritirarsi per sopravvivere, riprepararsi e tornare all’attacco negli anni successivi. Raccontato da Tito Livio, il sacco di Roma rimane tutt’oggi uno degli avvenimenti simbolici più famosi della storia dell’Impero.

La battaglia delle Forche Caudine

La battaglia che ebbe luogo nelle Forche Caudine fu senza dubbio una delle più umilianti nella storia delle legioni romane. Questa volta furono i Sanni, popolo italico, a mettere sotto scacco i Romani intrappolandoli sul fondo della gola di Caudo nel 321 avanti Cristo. L’esercito fu costretto alla resa e dovette denudarsi, deporre le armi e camminare a testa bassa sotto le “forche” per accettare la sconfitta e avere salva la vita.

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Fondazione di Roma, tra storia e leggenda https://www.prolococittaducale.it/fondazione-di-roma-tra-storia-e-leggenda/ https://www.prolococittaducale.it/fondazione-di-roma-tra-storia-e-leggenda/#respond Fri, 28 Jan 2022 12:10:20 +0000 http://prolococittaducale.it/2022/01/28/fondazione-di-roma-tra-storia-e-leggenda/ La leggenda narra che la città di Roma, sorta alla base del colle Palatino, fu fondata da Romolo dopo che il giovane ne tracciò i confini con uno spartano aratro nel lontano 21aprile del 753 a.C. Questa è la storia narrata dalla maggior parte degli storici romani, da Livio a Varrone, ma ancora oggi gli archeologici e gli studiosi moderni non sono riusciti a risolvere completamente il mistero della nascita della città Eterna.

I risultati ricavati dagli scavi archeologici

Da tempo la prima regola che viene insegnata a tutti gli aspiranti storici e archeologi è una: non credere mai alle storie e leggende che riguardano la fondazione di Roma e la lotta tra Remo e Romolo. La leggenda ha troppi elementi studiati per fungere da propaganda all’idea di grandezza, splendore e volontà divina alla base dell’Impero Romano per essere presa alla lettera.

Dopo aver studiato i resti archeologici della città pare però che un minimo di verità vada assegnata anche a questo mito. Paolo Carafa, docente a La Sapienza di Roma, ha voluto ricordare nelle ultime interviste che esiste un fondamento di verità nella leggenda: secondo i recenti ritrovamenti, è chiaro che già esistesse un villaggio o insediamento umano nell’area in cui sorse la Capitale.

Carafa ha proseguito spiegando che le teorie di oggi credono che in un periodo vicino al 753 a.C. un re o personaggio di rilievo abbiano deciso di fortificare e migliorare l’insediamento trasformandolo in una città.

Inoltre, i ritrovamenti sul colle Palatino mostrano come il santuario di Vesta, simbolo degli albori di Roma, fu fondato proprio in quegli anni.

Sempre nella stessa epoca viene posta la costruzione del quartiere regio e del santuario sul colle del Campidoglio.

Enea e le leggenda

Gli scavi non mentono, attorno al settimo e ottavo secolo avanti Cristo nell’area di Roma sorse una nuova città ricca di intricati edifici, strade e fortificazioni. Leggenda o meno, rimane il fatto che in quell’epoca la città iniziò a crescere. Da ricordare però che sul Campidoglio sono stati ritrovati reperti archeologici risalenti a sei secoli prima della nascita di Roma, risalenti quindi all’Età del Bronzo.

Carafa conclude spiegando quindi che il mito di Enea è stato molto probabilmente utilizzato per definire un re o dinastia antecedente alla fondazione di Roma che risiedeva in quella cittadina e la ha portata al successo futuro.

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Fascismo, come Mussolini arrivò al potere https://www.prolococittaducale.it/fascismo-come-mussolini-arrivo-al-potere/ https://www.prolococittaducale.it/fascismo-come-mussolini-arrivo-al-potere/#respond Fri, 28 Jan 2022 12:10:08 +0000 http://prolococittaducale.it/2022/01/28/fascismo-come-mussolini-arrivo-al-potere/ Benito Mussolini contemplò spesso di prendere il potere con una dimostrazione di forza e propose la sua idea per la prima volta durante una riunione segreta del partito fascista a Firenze nel settembre del 1922.

Mussolini e seguaci decisero di passare rapidamente dalla teoria alla pratica e nel meeting successivo, tenutosi a Milano il 16 ottobre dello stesso anno, venne creato un quadrumvirato con il compito di gestire la ribellione: a capo di questo gruppo erano De Bono, Bianchi, Balbo e De Vecchi.

In soli due giorni, al congresso di Napoli, Mussolini dichiarò esuberante: “O ci daranno il governo o lo prenderemo calando a Roma”.

I piani del quadrumvirato

La sede principale del quadrumvirato fu istituita a Perugia. Il piano era quello di prendere il potere tra il 26 e 27 ottobre per poi mobilitare in pochi giorni tutte le squadre fasciste italiane in modo da iniziare l’occupazione del centro Italia. Inoltre, circa ventiseimila persone furono destinate a marciare su Roma; queste squadriglie iniziarono la loro marcia il 27 ottobre. Mussolini invece continuò a seguire la situazione degli svolgimenti politici dalla città di Milano.

Facta, i ministri e il re

Dopo aver richiesto il ritorno a Roma del re in ampio ritardo, la mattina del 28 ottobre Luigi Facta convocò il Consiglio dei Ministri con l’obiettivo di dichiarare lo stato d’assedio, legislazione che avrebbe dato potere assoluto al governo per combattere le squadriglie fasciste di cui si attendeva a breve l’arrivo. Il decreto riuscì a bloccare la mattinata stessa alcuni dei gruppi fascisti nelle cittadine di Avezzano, Civitavecchia e Orte.

Il re Vittorio Emanuele III decise però di non firmare il decreto spinto soprattutto dalle idee di Giolitti e Salandra, e chiese quindi a Mussolini di formare un nuovo governo in collaborazione proprio con lo stesso Salandra ma il rifiuto del duce fu decisivo. Il giorno successivo, Mussolini ebbe il via libera da Vittorio Emanuele per preparare il nuovo governo italiano.

L’entrata a Roma

Poco dopo la fine delle trattative tra duce e re, le squadriglie fasciste iniziarono il loro ingresso nella capitale. Nonostante molti pensino che la marcia fosse un attacco armato sulla Capitale, la realtà è molto diversa: i fascisti parteciparono a quella che si può definire come una parata e una celebrazione del successo delle trattative di Mussolini dato che il suo accordo con il re era già stato firmato da oltre 24 ore. Lo stesso duce arrivò a Roma solo il 30 ottobre con un comodo viaggio in treno per poi prendere il suo posto al quirinale e presentare la propria lista di nominativi per la scelta dei futuri ministri.

Mussolini prese il potere in un periodo travagliato dell’Italia, nazione che usciva dal biennio rosso, ovvero due anni di scioperi, lotte sociali, violenza nelle strade esasperate dal proliferare dell’illegalità che il Governo non era riuscito, sia per incapacità che per scelta, a contrastare creando una forza rivoluzionaria che sfociò nel fascismo.

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Come cambiano i canoni di bellezza nel corso del tempo https://www.prolococittaducale.it/come-cambiano-i-canoni-di-bellezza-nel-corso-del-tempo/ https://www.prolococittaducale.it/come-cambiano-i-canoni-di-bellezza-nel-corso-del-tempo/#respond Sun, 09 Jan 2022 06:04:00 +0000 https://www.prolococittaducale.it/come-cambiano-i-canoni-di-bellezza-nel-corso-del-tempo/ Cosa è la bellezza? Una domanda oggettivamente complicata, eppure tutti sappiamo indicare sommariamente quali sono i tratti desiderabili di un corpo maschile o femminile, di un quadro, di una scultura, di un film o una canzone. Seppure potessimo intervistare la moltitudine di persone che abitano il nostro pianeta, ci accorgeremmo quanto è forte l’influenza delle singole culture del luogo, a dimostrazione che non esiste una sola idea di cosa è bello.

Sin dai tempi antichi gli esseri umani hanno utilizzato il senso di stupore e meraviglia per veicolare messaggi di ogni tipo, come nel caso del Mausoleo di Alicarnasso, costruito per togliere il fiato a chi giungeva dal mare.

Eppure per molti millenni la bellezza delle arti non è stata quella che oggi conosciamo e attribuiamo alle opere considerate appunto “artistiche”: tutto ciò che aveva uno scopo era degno di considerazione, che si trattasse della bravura di un vasaio o della capacità militare di un popolo intero.

Anche nel campo dei canoni estetici del corpo, con particolare riferimento a quello femminile, le culture hanno sviluppato i loro tratti distintivi, eppure oscillando sempre entro due tendenze ben conosciute agli storici: stiamo parlando della Venere greca, ben rappresentata da Botticelli nel suo più celebre dipinto, e della Venere paleolitica, uno dei primi esempi di scultura umana raffigurante la maternità. L’una incarna un modello di bellezza delicato, più simile a ciò che noi contemporanei consideriamo apprezzabile; l’altra è simbolo di fecondità e abbondanza, generosa nelle forme.

Queste due raffigurazioni di una donna archetipale ci raccontano qualcosa sui nostri tempi e ci spiegano perché oggi sono sempre più numerose le donne che ricorrono alle protesi ai glutei per migliorare il proprio aspetto. La chirurgia estetica odierna ha infatti compiuto dei passi da gigante sia in termini di sicurezza che risultati, e offre pertanto delle soluzioni per ragazze e signore che desiderano un fondoschiena sodo, alto, sporgente.

Gli interventi dei più esperti chirurghi si avvalgono di protesi glutei di ultima generazione grazie alle quali avere un sedere abbondante e prominente non è più un miraggio o esclusivamente frutto di un duro allenamento. I risultati parlano chiaro e la qualità raggiunta dalle protesi è tale che i glutei delle donne possono godere di un tono muscolare perfettamente naturale, gradevole alla vista e al tatto.

Non c’è da stupirsi se si pensa alla notorietà di personaggi dello star system come Beyoncé o Jennifer Lopez, famose non solo per la loro bravura musicale, ma anche per un aspetto fisico prorompente e capaci di influenzare milioni di persone in tutto il mondo. I loro corpi caratterizzati da forme generose, curate e perfette non possono lasciare indifferenti.

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